Crowdfunding civico, l’esempio di Bologna

Cittadini in rete per salvare “il cuore” dei territori.

Sempre più spesso si sente parlare di civic crowdfunding.
Tradotto in parole semplici si tratta di iniziative volte a un coinvolgimento dei cittadini per la realizzazione o il recupero di un bene-simbolo per la città. Il veicolo principale, anche se non l’unico, è la Rete.
Un esempio molto significativo è “Un passo per san Luca” (http://www.unpassopersanluca.it/news-8-un-passo-per-san-luca.html), progetto lanciato dall’associazione Ginger (http://www.ideaginger.it/chi-siamo.html) e dal Comitato per il Restauro del Portico (http://www.comune.bologna.it/quartieresaragozza/servizio_singolo/152:20942/), una suggestiva struttura architettonica che si arrampica sul colle della Guardia per circa 3 chilometri e che viene considerata “il cuore” di Bologna. Penalizzato da cedimenti e abbassamenti del terreno, il Portico ha urgente bisogno di ristrutturazione.

Raro esempio di collaborazione tra pubblico e privato

Perché significativo? Perché è un raro esempio di collaborazione tra pubblico e privato (il Comitato è costituito da Comune di Bologna, Curia Arcivescovile, Basilica di san Luca e quartiere Saragozza), con lo scopo di tutelare un bene riconosciuto come identificativo per la comunità e della cui salvaguardia sono chiamati a rispondere anche i cittadini sia a titolo personale che in qualità di membri delle associazioni presenti sul territorio.

Ma dove trovare i 300mila euro necessari? Ecco allora l’idea di coinvolgere tutti i bolognesi, chiedendo di essere loro in prima persona a salvaguardare il simbolo della propria città.
A oggi la raccolta fondi è arrivata al 44% della somma, con 132mila e 211 euro raccolti. Il contributo minimo richiesto è di 5 euro, versandone 100 si entra a far parte del “club 100/% san Luca”.
In cambio si ricevono piccoli doni: una visita guidata al Portico o un gadget da collezione.
Ma soprattutto i cittadini sono invitati a mandare foto e video del sito, oltre che a coinvolgere nel progetto amici e conoscenti.
Bologna si rivela ancora una volta città all’avanguardia. Ma sarà nostra cura scoprire altri esempi di civic crowdfunding che, ne siamo certi, esistono in giro per l’Italia.

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Annamaria Vicini
Annamaria Vicini
Giornalista pubblicista ho collaborato con quotidiani nazionali (L'Unità, Corriere della Sera, Il Giorno) e, dopo essermi trasferita da Milano in Brianza, con testate a carattere locale. Fulminata sulla via del web, sono passata nel 2001 a dirigere un sito Internet e una tivù a circuito chiuso nell'ambito della Grande Distribuzione. Ho realizzato house organ aziendali e mi sono occupata di Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni. Attualmente lavoro come free-lance e sono Digital Champion di Merate (Lc).

3 Comments

  1. chiarofiume ha detto:

    Il cuore dei territori non si può trovarlo a Bologna.
    Lo affermo con la fermezza di un bolognese che ha iniziato a cercalo lasciando Bologna nel 1977.
    Luigi Bertuzzi

  2. Annamaria Vicini ha detto:

    Ogni territorio ha il proprio “cuore”, Bologna sta cercando di stimolare la partecipazione dei cittadini per salvaguardare un luogo-simbolo della città. Mi auguro che altri facciano altrettanto.Se conosci altri esempi in giro per l’Italia di civic crowdfunding ti sarei grata se me li segnalassi.

  3. Luigi Bertuzzi ha detto:

    Per tutelare il cuore di un singolo territorio – secondo me – la prima cosa da fare è mostrare la volontà [di acquisire la capacità] di mettere in rete i cuori di territori diversi ma complementari tra loro …..
    Il “funding” – sempre secondo me –
    andrebbe messo nel “background”.

    Discorso difficle anche solo da avviare … ma potrebbe valer la pena provarci

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