Un lago, quello di Endine, tornato balneabile grazie a un’opera di fitodepurazione naturale; un’attività di pesca alla carpa che attira appassionati da diverse regioni italiane e svariati Paesi europei; un’offerta ricreativa e di percorsi turistici all’insegna dell’educazione ambientale; una ristorazione che valorizza i prodotti tipici locali. Il turismo sostenibile, declinato nei suoi vari aspetti, ha contribuito a far rivivere la Val Cavallina, valle bergamasca che rischia lo spopolamento nelle aree più interne a causa della crisi delle attività economiche tradizionali. Autrice della non facile impresa, insieme a istituzioni pubbliche e altri soggetti privati, la cooperativa sociale L’Innesto, che nonostante le difficoltà non demorde e anzi rilancia con nuovi progetti.

La Casa del Pescatore rivive grazie a un progetto integrato

Un importante contributo alle attività viene dalla Casa del Pescatore, un’area che si estende su 7.000 metri quadrati e comprende un boschetto dotato di tavoli e barbecue per il pic-nic, una spiaggia con ombrelloni, due pontili per l’attracco delle barche (rigorosamente non a motore), un’area attrezzata per i giochi dei più piccoli e un ristorante da 120 coperti.

Già spazio finalizzato alla valorizzazione della pesca amatoriale su modello delle “case di pesce” norvegesi di proprietà della Provincia, dal 2001 è stata rilanciata dalla cooperativa con un nuovo progetto di turismo sostenibile che punta allo sviluppo e alla promozione del territorio, dei suoi prodotti e della sua cultura.

La Provincia si era rivolta a noi perché lo spazio era scarsamente utilizzato ed economicamente in perdita” – racconta il presidente della cooperativa, Lodovico Patelli – “A causa di un grave stato di eutrofizzazione delle acque del lago il pesce era scarso e i pescatori stavano abbandonando la zona“.

Da lì in poi, nonostante un complicato iter burocratico – con il passaggio dalla Provincia a due Comunità Montane per poi tornare tre anni fa nuovamente alla Provincia – il progetto ha dato ottimi frutti.

Nel 2017 abbiamo avuto circa 400.000 euro di ricavi, grazie a 45.000 visitatori che hanno usufruito dei nostri servizi  – riferisce il presidente de L’Innesto – Prima si pagava un biglietto d’ingresso e questo scoraggiava molti, noi l’abbiamo eliminato. I visitatori pagano i servizi che utilizzano, i prezzi sono calmierati. Nel 2003 abbiamo aperto il ristorante, che utilizza solo prodotti locali di altissima qualità“.

Rischiava di finire in mani straniere, invece la acquisterà L’Innesto

Succede però che, nonostante le cose vadano a gonfie vele, nello scorso mese di giugno la Provincia decida di alienare il bene mettendolo in vendita.

La Casa del Pescatore rischiava di finire in mani straniere, abbiamo visto strani visitatori aggirarsi con fare interessato“. – dice Patelli – “Così abbiamo deciso di esercitare il diritto di prelazione come cooperativa, nonostante il prezzo a base d’asta di 865.000 euro sia molto elevato“.

Alla nuova capitalizzazione hanno contribuito i soci con circa 400.000 euro di finanziamento, mentre le donazioni hanno fruttato finora 5.000 euro.

Alcuni soci hanno rinunciato a progetti personali o familiari per aiutarci“. – sottolinea il presidente – “Abbiamo inoltre l’assicurazione da parte del movimento cooperativo di una compartecipazione e tre istituti bancari ci hanno garantito l’accesso a un mutuo fondiario“.

Tra i nuovi progetti un ostello e un parco per birdwatching

Il progetto di turismo sostenibile della cooperativa, che attualmente dà lavoro a una quindicina di persone di cui il 40% sono soggetti svantaggiati, non si ferma qui.

Si sta pensando alla creazione di un ostello con una trentina di posti-letto nel bioparco e al recupero di sei roccoli sul monte Gallo da destinare alla ricerca sulle migrazioni dei volatili e alla pratica del birdwatching.

Come dice Patelli “macchine fotografiche invece dei fucili“, visto che i roccoli una volta erano destinati alla caccia, ma si potrebbe anche dire macchine fotografiche contro il rischio della sempre incombente speculazione edilizia.

Mettendo a sistema queste due realtà, ostello e parco dei roccoli, con un rifugio in alta quota sui colli di San Fermo, teatro della Resistenza partigiana, si pensa di poter realizzare dei pacchetti escursionistici a piedi, a cavallo e in mountain bike sfruttando per questi ultimi anche la vicinanza della Madonna della Neve (una specie di Ghisallo bergamasco).

Chi volesse contribuire alla realizzazione dei progetti diventando socio o facendo una donazione può trovare tutte le informazioni sulla pagina Facebook della cooperativa.

23 Agosto 2017
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