Meno conosciuto di quello per universitari, l’Erasmus per giovani imprenditori è un’opportunità da non lasciarsi sfuggire. Promuove lo scambio tra neo-imprenditori (entro i 3 anni dalla costituzione dell’impresa) o aspiranti tali con imprenditori di altri Paesi già affermati nel proprio settore.
La filosofia che sta alla base di questa iniziativa è che i giovani possono imparare da chi ha più esperienza ma anche questi ultimi possono ricevere nuova linfa e nuove idee dai giovani.
I numeri parlano chiaro: in sei anni sono state 10.000 le richieste di scambio, di cui il 61% da neo o aspiranti imprenditori e il 39% dai cosiddetti “host entrepreneurs”, ovvero gli imprenditori ospitanti.
L’Italia è il Paese da cui proviene la maggioranza delle richieste da parte dei giovani (14,4%), seguita da Spagna (13,9%), Romania (3,6%), Polonia (3,1%) e Grecia (2,9%).
La classifica dei Paesi ospitanti invece è guidata da Spagna (22,07%), Italia (20,6%), Gran Bretagna (9,5%), Germania (7,2%) e Belgio (6,1%).
I settori più gettonati sono quelli della pubblicità e marketing (14,%), turismo (10%), Information Technology, architettura e costruzioni, servizi legali e fiscali, servizi educativi (8%).
Il programma, che può durare da 1 a 6 mesi, è cofinanziato dalla Commissione Europea. La copertura per i costi sostenuti dai giovani imprenditori è parziale e varia a seconda del Paese ospitante in base al costo della vita: si va dai 530 euro mensili in Albania, ai 1.100 in Danimarca o Irlanda. Nel budget devono rientrare anche le spese per l’affitto di una stanza o appartamento in cui soggiornare.
Le domande vanno presentate presso uno dei Centri di contatto locale presenti in varie regioni d’Italia, ma non esiste un vincolo territoriale: un residente in Lombardia, per esempio, può presentare domanda presso un Centro del Lazio o di un’altra qualsiasi regione qualora il budget assegnato ai Centri lombardi fosse già andato esaurito.
Ma che cosa fanno i Centri di contatto locale? E quali sono i requisiti per accedere al programma?
Lo abbiamo chiesto a Paola De Fortunatis, responsabile del progetto presso Formaper di Milano, l’agenzia che si occupa di formazione e servizi per l’imprenditorialità della camera di Commercio.
“Ci occupiamo soprattutto della parte burocratica, di tutti gli aspetti procedurali che servono ad attivare gli scambi. Generalmente la scelta del partner straniero viene fatta a monte dal richiedente, diversamente si può anche fare una ricerca tramite la piattaforma con accesso riservato. Il Centro può anche fornire un aiuto per migliorare il Business Plan, che deve essere presentato dall’aspirante imprenditore insieme a una lettera contenente le motivazioni che lo spingono a fare domanda per l’Erasmus. Non è richiesto nessun titolo di studio specifico, né ci sono limiti di età particolari. Quello che può fare la differenza tra i candidati sono gli obiettivi che il giovane imprenditore si pone e l’avere una forte motivazione allo scambio“.
Negli ultimi due anni (il finanziamento da parte della Commissione Europea è biennale) sono state oltre 250 le richieste di informazioni a Formaper Milano.
Il prossimo round di finanziamenti partirà da febbraio 2016. Le domande possono essere presentate in qualunque momento fino a esaurimento degli incentivi per i giovani imprenditori.
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