A 35 anni è manager nel più grande gruppo di e-commerce del Sud Est asiatico: una carriera davvero fulminante quella di Mattia Mor, genovese di nascita e milanese di adozione, che oggi vive a Singapore pur essendo “esageratamente innamorato dell’Italia“. Intervistato, spiega perché vorrebbe che qui da noi nascessero più startup da 1 miliardo di dollari e perché questo (per ora) non succede…
Il fashion, si sa, porta bene. Non a caso l’unica startup italiana classificabile come “unicorno” (ovvero startup del valore di 1 miliardo e più di dollari) è Yoox, colosso dell’e-commerce nel settore dell’Alta Moda. Ed è proprio nell’abbigliamento che Mor, diploma di liceo classico e laurea in Economia Aziendale alla Bocconi, crea la sua impresa, Blomor, un brand che vuole innovare il mondo della moda per un target giovane e creativo.
“Ma nel 2015 ho sentito il bisogno di cambiare e sono venuto a Singapore“, racconta il manager nel corso dell’intervista rilasciata in collegamento Skype. “Qui ho conosciuto Lazada, una startup lanciata da Rocket Internet e grazie alla quale vendevo i miei prodotti. Mi hanno proposto di lavorare per loro e io ho accettato subito con entusiasmo“.
All’epoca la piattaforma era focalizzata sul settore elettronico, ma voleva ampliare il proprio raggio d’azione anche ad altri ambiti tra cui quello del fashion.
“Un’occasione imperdibile“, racconta Mor, “perché quello era proprio il mio campo di specializzazione e allo stesso tempo potevo ampliare le mie conoscenze nel digitale. Dal punto di vista del business una perfetta execution in ambito e-commerce in una parte del mondo, il Sud-Est asiatico, con enormi prospettive di crescita“.
Dopo soli 4 anni di vita, Lazada è stata comprata per 1,5 miliardi di dollari da Alibaba, il più grande gruppo di e-commerce a livello mondiale. Attualmente dà lavoro a 7.000 persone di 25 nazionalità diverse: tra loro anche molti europei tra cui diversi italiani, tedeschi e francesi.
In Italia da qualche tempo ci si chiede se il modello tipico della Silicon Valley sia attuabile anche da noi. Molti i dubbi, che derivano sia da problemi strutturali, come la struttura industriale italiana costituita soprattutto da micro, piccole e medie imprese, che contingenti, come la scarsa disponibilità di capitali di rischio.
Il manager però, che è iscritto al PD ed è responsabile per l’Innovazione nella Direzione lombarda del partito, non sembra nutrire dubbi in proposito.
“Non vedo altri modelli possibili. Il fine è uno solo: dare vita a imprese che creino valore, occupazione e crescita. In Italia abbiamo ottimi imprenditori che hanno avuto successo anche a livello mondiale. Certo da noi ci sono alcuni problemi che rallentano la crescita: un sistema troppo legato al credito bancario, il nanismo del nostro sistema borsistico, lo scarso sviluppo del venture capital, una tassazione ancora troppo alta. Il governo attuale però sta facendo molto e lo testimonia il fatto che gli investimenti esteri sono aumentati. Ho molta fiducia nel nuovo ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, il migliore che abbiamo mai avuto. Purtroppo con Berlusconi e Monti abbiamo perso 15 anni e ora è più difficile recuperare“.
Di Sud-Est asiatico in Italia si parla e si sa pochissimo (“mi è capitato di conversare con qualcuno che pensava che Singapore si trovasse in Cina!“), eppure è un’area del mondo in grande crescita.
“Lazada ha avuto fortuna perché è arrivata prima di altri, ma le opportunità anche per il futuro sono enormi“, sostiene Mor che, a supporto della sua affermazione, snocciola alcuni dati in effetti piuttosto impressionanti: 600 milioni di abitanti, popolazione giovane (si calcola che nel 2020 il 60% sarà costituito da under 35), buon livello di istruzione e ottima conoscenza della lingua inglese, un tasso di crescita atteso per i prossimi anni intorno al 5%, città (come Giacarta e Bangkok) tra le più connesse al mondo, utilizzo di Internet previsto in crescita al 14% contro il 4% della Cina e l’1% degli Usa, alto utilizzo della connessione mobile.
” Per i marchi italiani è una grande possibilità di farsi conoscere e non solo nelle grandi città ma anche nelle isole e nei luoghi più remoti. Ad aprile abbiamo fatto un accordo con Luxottica che sta dando ottimi risultati. La moda non è l’unico settore in cui il nostro Paese eccelle: penso anche all’agroalimentare, all’arredamento e all’automotive, tutti ambiti in cui siamo leader. Sono esageratamente innamorato dell’Italia e l’idea di esportare il Made in Italy è qualcosa che personalmente mi motiva molto. Ci sono tanti giovani talenti italiani in giro per il mondo, spero che da noi si creino le condizioni perché chi di loro vorrà tornare potrà farlo senza rimpianti“.