Il nuovo femminile di Repubblica non mi piace. Troppo patinato, troppa pubblicità. Grafica troppo uniforme e anche chi scrive sembra essersi adeguato a questa omogeneizzazione di forma e contenuti. Per dire, un giornalista che ho sempre amato per la sua verve come Vittorio Zucconi, ecco anche lui non graffia più. Come se non osasse irrompere in questa vetrina levigata con le sue storie di sorprendente e a volte esilarante umanità.
Mi chiedo che idea di donna abbiano a Repubblica, per aver realizzato un femminile così sideralmente lontano dalla realtà. La donna normale, quella che lavora e alleva figli, che corre tutto il giorno per tenere insieme i pezzi della quotidianità, quella proprio non c’è in queste pagine dove perfino un servizio sulle case del popolo sembra parlare di tutt’altro tanto le foto che accompagnano il testo sono in totale distonia.
Forse a Repubblica pensano che le donne di oggi siano tutte modelle (taglia 38, off course) impegnate a sfilare tutto il giorno. Oppure signore senza pensieri (che tanto c’è qualcuno che pensa a farle vivere negli agi…), intente ad abbracciare mazzi di rose gialle con l’aria imbronciata di chi si sta annoiando a morte.
L’unico servizio che ho letto fino in fondo, sarà deformazione?, è “Il kindle nella culla” di Brad Stone. Parla di bimbi che a due anni già utilizzano le Nuove Tecnologie con così grande padronanza da insegnarle ai fratelli maggiori. Mi ha fatto venire l’angoscia: è questa la realtà che ci attende?
E i giornalisti, o almeno certi giornalisti, vivono in un mondo a noi sconosciuto? Oppure è la pubblicità ormai a dettare legge?
6 Comments
CARA ANNAMARIA,ANCHE QUESTA VOLTA SIAMO SINTONIZZATI(COSA STA SUCCEDENDO…).
HO LA SENSAZIONE CHE QUESTI MAGAZINE SERVANO PIU’PER LA RACCOLTA PUBBLICITARIA DEL GRUPPO MANZONI CHE PER IL RESTO…
LE DONNE SONO DIVENTATE A LORO VOLTO DEI REALITY SHOW…NESSUNO VUOLE SENTIRE LE STORIE DELLE PERSONE COMUNI,PREFERIAMO VEDERE COME PORTA I CALZONI L’ULTIMA DIVA DI PLASTICA(RECICLATA SPERIAMO).
DOVRESTI COMPRARE UN BEL GIORNALE DA UOMO TI MENS’HELT TI ACCORGERESTI CHE E’LA STESSA STORIA.
ALLORA SABATO SIAMO TUOI OSPITI
PINARELLO
Hola, Pinarello, davvero preoccupante che tu sia così spesso d’accordo con me! Per sabato ci conto, se riusciamo anche a organizzare una cena meglio ancora…
cinico giudizio!….anna, la donna contemporanea è diversa,(senza generalizzare), la donna contemporanea è spesso patinata come le pagine del giornale che tu leggi, la società in cui tu vivi è tanto diversa da quella che vedi sulle lucide riviste?
Ogni epoca ha i suoi giornali e suoi giornalisti….e poi su vittorio zucconi, è opinionista?, critico?, saggista?, scrittore?, giornalista?, inviato?……… che fa di preciso?……di tutto un pò……deve arrotondare lo stipendio, si è uniformato, + quantità – qualità.
marco
Sì, hai ragione, c’è una parte di società (femminile) che corrisponde all’immagine che queste riviste patinate trasmettono. Ma c’è un’altra parte, quella in cui vivo io ma inaieme a me anche molte altre donne, che in questa immagine non si riconosce per nulla. Anche nel femminile si riflette quella schizofrenia che oggi affligge l’Italia! Ciao!!!!!
P.S.: Ma tu, Marco, quante donne conosci che corrispondono ai canoni delle riviste patinate?
….rispondo con un pò di ritardo cara anna, di persona penso di conoscerne veramente poche ,ammetto che mi piacerebbe conescerne qualcuna in più!!!