Piccolo non è bello, non siamo più negli anni Novanta quando anche le piccole imprese riuscivano ad avere visibilità. Quello che più manca sono gli investimenti in ingresso, ma gli investimenti non sono il punto d’arrivo“. Marco Bicocchi Pichi, presidente di Italia Startup, l’associazione nata nel 2012 con lo scopo di rappresentare le giovani imprese innovative, scalda i convenuti all’assemblea annuale con un intervento appassionato.

Per far crescere le imprese innovative servono capitali

Dello slogan che rappresentava il focus dell’associazione fin dall’insediamento dell’attuale presidenza nel giugno 2015, “Far diventare grandi le imprese innovative e innovative le grandi imprese“, la seconda direttiva sembra essere più facile della prima.

Ma che cosa manca alle startup per diventare grandi?

Quello che più manca, secondo il presidente di Italia Startup, è l’accelerazione post seed e i capitali vanno cercati anche all’estero considerate le difficoltà in patria: è per questo che l’associazione dedica un’attenzione crescente alle attività connesse allo sviluppo internazionale con numerose missioni all’estero.

Ma i finanziamenti non sono il punto d’arrivo

Troppi ragazzi hanno il desiderio di vincere ma non la volontà“, sostiene Bicocchi Pichi, “pensano a farsi finanziare ma i capitali non bastano, occorre anche darsi da fare per trovare clienti per i propri prodotti“.

La colpa però non è solo degli startupper.

Recentemente ho visto premi dati un po’ alla leggera“, è la critica avanzata dal presidente, “non stiamo facendo la cosa giusta. Ai giovani va continuamente alzata l’asticella, occorre più meritocrazia“.

L’open innovation può essere una strada

Per aiutare le startup italiane a crescere una strada è anche quella di creare sinergie con le grandi imprese. Ecco perché Italia Startup tra le molteplici attività che porta avanti ha anche quella di fare scouting creando un database a cui le imprese consolidate possono attingere per realizzare partnership o fare acquisizioni.

E’ in questa logica che è stato creato un Industry Advisory Board, di cui fanno parte oltre 20 aziende multinazionali e italiane, che punta a diventare ambito privilegiato per modelli di open innovation e di corporate venture capital.

A questa iniziativa si affianca un’opera di stimolo nei confronti del governo per un consolidamento degli sgravi fiscali per chi investe in startup innovative.

Italia Startup: i numeri dell’associazione

Per far crescere le startup anche chi le rappresenta deve crescere. E questo 2015 è stato un anno decisamente positivo per l’associazione, che ha visto la sua base passare da 700 a oltre 1.700 soci.

Il bilancio, illustrato dal segretario generale Federico Barilli e approvato dall’assemblea, è in leggero attivo.

Tra i risultati del 2015 anche un accordo con APSTI, l’Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani e il progetto di portale con Warrant Group per la segnalazione di bandi per le startup.

L’importanza di remare tutti nella stessa direzione è stata sottolineata dal presidente che ha lanciato un appello accorato a non cedere “al clima di distacco e alla tentazione di tirarsi fuori, perché gli altri non sono meglio di noi italiani, sono solo più uniti di noi. Quello che a noi manca in modo drammatico è lo spirito patriottico“.

Prossimo appuntamento il Campus Party, che si terrà a Bergamo dal 9 al 24 luglio, con l’obiettivo di stimolare i giovani a pensarsi imprenditori innovativi del futuro.

 

23 Giugno 2016
Italia Startup

Italia Startup: “Crescere è la nostra sfida”

“Piccolo non è bello, non siamo più negli anni Novanta quando anche le piccole imprese riuscivano ad avere visibilità. Quello che più manca sono gli investimenti […]