Mi sono iscritta a Facebook per curiosità e mi ci sono buttata con l’entusiasmo del neofita. Il primo giorno ho ritrovato una ex-compagna di liceo e la cosa mi è sembrata decisamente divertente.
“Sto partendo per un viaggio, al ritorno mi farò viva e ci racconteremo tutti questi anni in cui ci eravamo perse di vista“, mi ha detto M.R. ammiccando sorridente dalla foto che la ritrae non molto diversa da quando aveva 18 anni.
Il secondo giorno ho ricevuto una richiesta d’amicizia dalla figlia di una mia ex-compagna di liceo che, avendo frequentato la stessa scuola della madre, mi aveva ritrovato digitando la ricerca tra gli iscritti.
Poi è stata la volta di un lontano cugino, seguito a ruota da una manciata di ex-colleghi di lavoro.
Il gioco cominciava ad appassionarmi. Così , nei giorni in cui il presidente della Sardegna Soru si è dimesso per contrasti sulla legge Urbanistica all’interno della sua maggioranza, ho pensato di fondare un fans club a suo nome. La causa mi sembrava degna e importante: Soru è un simbolo della difesa dell’ambiente e della politica del “fare” contro quella della chiacchiera, in questa fase storica abbiamo bisogno di politici come lui mi sono detta. Mi aspettavo adesioni a valanga: dopottutto, ho pensato, se il gruppo Dopo il tasto ignora vogliamo il tasto ma va a caga’ in Facebook ha raccolto più di 81.000 iscritti, qualche decina di persone sensibili allo sfascio del pianeta ci saranno pure nelle Rete!
Il mio gruppo ha raccolto 6 adesioni (compresa la sottoscritta). Nel frattempo l’ex-compagna di liceo è sparita (sarà mica stata travolta da un’ondata….) e con la maggioranza dei cosiddetti “amici” dopo esserci scambiati il classico “ciao, come stai, che cosa fai di bello?” non si sa più che cosa dirsi.
Ora, può anche darsi che io non sia capace (o non abbia voglia) di sfruttare tutte le meravigliose potenzialità del social network, ma non escluderei del tutto l’eventualità che di grande bluff si tratti.
Se sono possibilista è perché perfino un giornale di indubbia serietà come “Il Sole 24 ore” ha dedicato un libro al “Fenomeno Facebook”. Uscito recentemente in edicola, è andato letteralmente a ruba. Dal pamphlet, che comunque è fatto molto bene come del resto mi aspettavo, ho appreso che in Italia gli utenti di Fb erano circa 100.000 a inizio anno, mentre oggi hanno toccato quota 4 milioni. Un bel record, non c’è dubbio!
Secondo quanto si legge nell’introduzione dell’instant book “il segnale inviato dai milioni di persone che sono su Facebook (ma non dice quanti uomini e quante donne, peccato! ndr.) è profondo. Evidentemente ci vedono una risposta a un bisogno che non trovava soddisfazione altrove e la risposta è nella stessa struttura di Facebook definita dalla sua parola chiave amici”.
Con l’aiuto di un dizionario e grazie alle reminiscenze dei miei studi liceali posso affermare che l’origine etimologica di “amico” è la stessa del verbo “amare”.
Siamo proprio sicuri che sia possibile amare contemporaneamente un migliaio di persone? E se sostituissimo al sostantivo amici il neologismo cazzeggio? Niente di male, per carità, cazzeggiare può essere distensivo e divertente. Però per favore diamo un senso alle parole.