BASTERA’ UN I-PAD A SALVARE L’UMANESIMO?

Mi ha molto colpito l’articolo di Marco Lodoli “La fine dell’umanesimo” pubblicato mercoledì 31 sul quotidiano La Repubblica (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/10/31/la-fine-dell-umanesimo.html?ref=search).
Mi ha colpito perché mi sono immedesimata nella tristezza di quell’insegnante che dice “non esisto più, sono diventata invisibile…. entro in classe e nessuno mi ascolta”.
Se non erro Marco Lodoli è egli stesso insegnante e in quell’articolo si fa portavoce di un diffuso malessere che serpeggia tra i docenti di materie umanistiche.
La domanda che sottende il suo articolo è: c’è ancora spazio per l’Umanesimo in una società dominata sempre di più dalla tecnologia?
E aggiungo: c’è ancora spazio per la cultura umanistica in una scuola che si vuole sempre più dominata dalla tecnica?
L’istituzione scolastica è finora rimasta abbastanza estranea al diffondersi delle tecnologie, tanto da far dire a esperti e ministri che proprio questa era la causa del suo declino.
Ma è proprio così? Siamo sicuri che quando le aule verranno invase da pc e tablet, cosa che è prevista nel decreto legge sulla crescita in vigore da due settimane, magicamente si risolveranno tutti i problemi?
Io sono convinta di no.
“Così a me pare, o Fedro, che Amore, proprio in quanto è il più bello e l’ottimo fra tutti, oltre a questo è causa per tutti di ogni virtù. E mi viene da dire anche in versi che questi è colui che crea pace fra gli uomini e nel mare aperto bonaccia/e giaciglio dei venti e nell’ansia sopore. Egli ci vuota di ogni ostilità e ci colma di ogni fratellanza, favorendo i più vari generi d’incontri, a tutti facendosi guida nelle feste, nei cori, nei sacrifici: mitezza ispira, rusticità bandisce, generoso di affetti, avaro di discordie; gentile ai buoni, idoleggiato dai sapienti, ammirato dagli dei; invidiato da chi ne è privo, custodito da chi ne è ricco; padre di lusso, di raffinatezza, di eleganza, di grazia, di brama, di desiderio; nella fatica, nella paura, nel desiderio, nella parola timoniere, marinaio, compagno, salvatore supremo…”.
Ditemi, secondo voi cambia qualcosa se questo brano tratto dal Simposio di Platone viene letto su carta o su i-Pad?
Tralasciando la preferenza soggettiva per l’uno o l’altro supporto, cosa che mi sembra abbastanza trascurabile, a mio parere non cambia nulla di sostanziale.
Diverso è se si tratta di ricercare o condividere delle informazioni, o di collaborare in Rete come stanno facendo alcuni giovani ricercatori per uno scopo comune. In questo caso trovo che l’uso delle nuove tecnologie possa essere davvero utile e modificare profondamente l’approccio alla conoscenza.
Ma nelle materie umanistiche non è questo l’aspetto fondamentale.
Ciò che produce un vero cambiamento è quanto il docente attraverso i testi classici riesce a parlare al cuore e alla testa dei ragazzi, quanto riesce a farli entrare in sintonia con parole che da secoli ci fanno vibrare perché rappresentano l’essenza di ciascuno di noi in quanto appartenenti al genere umano.
Se queste parole –  la filosofia e la letteratura sono in questo senso una miniera infinita – hanno parlato al nostro cuore e alla nostra intelligenza per secoli, perché mai dovrebbero improvvisamente non rappresentare più nulla? O rappresentare qualcosa solo perché tra le mani stringiamo un pezzo di metallo invece che un libro di carta?

Copiare gli scritti altrui non solo è vietato dalla legge, ma è indice di scarso senso etico. Se ti piace quello che ho scritto e lo vuoi riprodurre altrove, fallo pure, ma per favore cita la fonte.


Annamaria Vicini
Annamaria Vicini
Giornalista pubblicista ho collaborato con quotidiani nazionali (L'Unità, Corriere della Sera, Il Giorno) e, dopo essermi trasferita da Milano in Brianza, con testate a carattere locale. Fulminata sulla via del web, sono passata nel 2001 a dirigere un sito Internet e una tivù a circuito chiuso nell'ambito della Grande Distribuzione. Ho realizzato house organ aziendali e mi sono occupata di Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni. Attualmente lavoro come free-lance e sono Digital Champion di Merate (Lc).

4 Comments

  1. Anonymous ha detto:

    La questione e’di sicuro interesse(non solo perche’ho due figli..)ho letto sia il tuo post sia l’articolo in originale.
    La tecnologia e’utile,nessuno lo discute ma deve essere al servizio dell’uomo e non viceversa.
    Credo che non sia solo un problema di strumento ipad&co esistono e’sul come utilizzarli al meglio che dobbiamo riflettere!
    L’altro ieri sentivo un’intervista di Giovanni Allevi che diceva ” oggi tutti i musicisti sono tecnicamente perfetti,i più bravi sono quelli che raggiungono il cuore di chi li ascolta,li emozionano trasmettono loro non solo musica….”
    Nei miei anni di studi ho spesso seguito con maggior interesse le discipline che mi piacevano ma altrettanto quelle che avevano un Prof. Autorevole.
    Come si fa ad arrivare al cuore dei nostri studenti? Cosa pensano?
    Credo che la soluzione non sia immediata..ma parlarne aiuta.

  2. Anonymous ha detto:

    Condivido anche le virgole di quanto hai scritto…E poi la citazione del “Simposio”…
    Sai che ho sempre privilegiato la parola, nella relazione con i miei allievi. Gli inviti a “svecchiarci”, a nasconderci dietro le “certezze” fasulle della tecnica mi hanno sempre lasciato indifferente. L’unica cosa che conta è avere qualcosa da dire: perché ti è stato utile, perché ti ha emozionato, perché ti ha accompagnato per lunghi tratti della tua vita.
    E poi, in un mondo in cui schermi TV, computer, telecamere ci assediano dovunque, perché non creare un giardino, un “hortus conclusus” in cui guardarsi, parlare, ascoltarsi come esseri umani e non come appendici di macchine, per quanto sofisticate?
    Gli adulti, non solo gli insegnanti, non riescono più a vedere le ricchezze di cui sono portatori. Aspettiamo: prima o poi smaltiremo la sbornia.

  3. Fulvio ha detto:

    Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

  4. Anonymous ha detto:

    grazie per il tema che poni, a dir poco interessante per chiunque abbia contatti con i più giovani.
    Tra l’altro non può non toccarmi da vicino..se solo penso al tempo che passo a preparare le mie lezioni di Arte cercando di dosare e assortire proprio gli elementi che spero possano tenere vivi i miei ascoltatori!
    Ho sempre creduto che il mio primo compito di insegnante fosse proprio quello di destare attenzione e curiosità a qualsiasi argomento proposto…ma suscitare la passione o l’amore per gli argomenti trattati credo non sia per niente facile e, soprattutto che non lo sia mai stato!
    in un’epoca come la nostra, che corre velocissima e sembra aver smarrito anche il senso della “novità”…a volte però si commette l’errore di credere che la forma sia diventata ormai anche sostanza e che la tecnologia, da prezioso mezzo che dovrebbe essere, sia diventata scopo ultimo o fine a se stessa.
    Sono perfettamente d’accordo con te quando dici che l’uso delle nuove tecnologie possa essere utile a modificare l’approccio alla conoscenza. Un eccellente mezzo a disposizione, dunque, che però da solo non potrà mai produrre la vera conoscenza.
    Mi viene in mente in tal senso il bombardamento continuo di parole e immagini cui siamo ormai sottoposti ad ogni minuto della nostra giornata collegandoci di continuo alla rete. Certamente però questa stessa overdose non equivale affatto ad un accrescimento della nostra cultura, del nostro senso critico o anche dei nostri rapporti umani.
    La quantità, per dirla molto banalmente, non può da sola sopperire alla qualità. E se di quantità ne abbiamo a disposizione dosi illimitate…per apprezzare la qualità occorre studio, dedizione, pazienza e soprattutto tempo.
    In tal senso lo studio dei classici di qualsiasi epoca e quindi del passato è imprescindibile per qualsiasi mente voglia allenarsi ad essere elastica e non omologata. Ma, da sempre, questo lo si comprende sempre “dopo” il momento dello studio o comunque in ritardo.
    Io stesso ho sempre apprezzato fino in fondo i miei studi quasi sempre dopo averli terminati.
    E non mi meraviglio affatto difronte alle ritrosie degli alunni a prendere appunti, magari alla loro ultima ora di lezione o a studiare una pagina in più…ma so di poterlo pretendere nel momento in cui la mia presenza e la mia “proposta” risulta autentica e quindi convincente!!
    p.s. 1 .a scuola, per alcune ore durante la settimana, ho a disposizione l’aula con la lavagna Lim..e la trovo fantastica! per le spiegazioni, la ricerca di immagini on line..la utilizzo anche per le verifiche….!!
    p.s.2.. ho visto “il rosso e il blu”..proprio bello!!
    Fulvio R.

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