LA RETE NEL MIRINO DI AGCOM, ALLARME DALLE ASSOCIAZIONI

6 luglio, segnatevi questa data perché potrebbe essere un giorno nefasto per la Rete. Quel giorno l’Agcom, l’Autorità per le comunicazioni, emetterà una delibera a tutela del diritto d’autore. Bene, e che c’è di male? Non è forse giusto tutelare la proprietà intellettuale? A mio avviso lo è, ma solo se questa tutela non si trasforma in censura. E il rischio che ciò avvenga c’è, come hanno segnalato diverse associazioni di consumatori e Assoprovider, perché, e qui sta il punto, l’Autorità avrà il potere di oscurare i siti web ritenuti responsabili di complicità con i pirati della Rete senza un regolare processo. In sostanza, dicono gli esponenti delle associazioni, Agcom avrà il potere di vita o di morte su quei siti, basterà una segnalazione di un qualsiasi utente per decretarne la scomparsa.

Ammetterete che la cosa è preoccupante. Ci sono notizie che se non ci fosse il web non avrebbero diritto di cittadinanza. L’elenco potrebbe essere lungo, ma voglio soffermarmi su un caso recente che mi ha colpito in modo particolare. Avete presente gli “indignados”, quelle migliaia (migliaia, non decine) di spagnoli che hanno occupato per giorni Puerta del Sol manifestando appunto la loro indignazione per un mondo sempre più ingiusto e diseguale? Bene, chi ha parlato di loro? I giornali forse? O le tivù? Non scherziamo! Salvo rarissime eccezioni, se non ci fosse stata la Rete non avremmo neanche saputo della loro esistenza. La stessa fine avrebbero fatto le rivolte nei paesi nord-africani, se non fosse che in quel caso essendoci di mezzo una guerra o la destituzione di un dittatore una qualche notizia i mezzi di comunicazione tradizionali hanno pur dovuto darla.

E che cosa ne sapremmo del G8 di Genova, a distanza di dieci anni, se non fosse per i video caricati su YouTube?  Lì non si scappa, vedi poliziotti manganellare e prendere a calci ragazzi del tutto inermi, non c’è versione ufficiale che tenga! 
Al 6 luglio mancano pochi giorni. E a celebrare un funerale si fa in fretta, soprattutto se nessuno si fa vivo per reclamare la salma.

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Annamaria Vicini
Annamaria Vicini
Giornalista pubblicista ho collaborato con quotidiani nazionali (L'Unità, Corriere della Sera, Il Giorno) e, dopo essermi trasferita da Milano in Brianza, con testate a carattere locale. Fulminata sulla via del web, sono passata nel 2001 a dirigere un sito Internet e una tivù a circuito chiuso nell'ambito della Grande Distribuzione. Ho realizzato house organ aziendali e mi sono occupata di Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni. Attualmente lavoro come free-lance e sono Digital Champion di Merate (Lc).

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