Un direttivo in maggioranza composto da donne: Sonia Montegiove (presidente), Marina Latini (vicepresidente), Emma Pietrafesa (segretaria), oltre a Italo Vignoli (presidente onorario) e Giordano Alborghetti (tesoriere). Le cariche sono state assegnate ieri nel corso del primo consiglio convocato a seguito delle elezioni svoltesi il 5,6,7 agosto.
Dell’organo direttivo, che resterà in carica fino a luglio 2018, fanno parte anche Enio Gemmo, Antonio Faccioli, Marco Alici, Giordano Alborghetti e Osvaldo Gervasi. Sono risultati invece non eletti Andrea Castellani, Gabriele Ponzo, David Berti, Rino Russo.
Nella seduta di ieri si è deciso all’unanimità di aprire le sedute, in qualità di uditori, ai consiglieri uscenti (Andrea Castellani, Gabriele Ponzo, Anfredo Parisi). Per i prossimi consigli si prevede anche di aprire una parte della seduta a tutti i soci.
Il 5 agosto LibreItalia ha compiuto 2 anni. Un periodo vissuto intensamente dalla famiglia-comunità, come ama definirla la presidente Sonia Montegiove, nata con l’obiettivo di diffondere LibreOffice (la suite libera per ufficio) e la cultura digitale in tutti gli ambiti – dalla scuola alla Pubblica Amministrazione, alle aziende – con una particolare attenzione per i formati standard e aperti dei documenti.
Molti sono stati gli incontri realizzati dai volontari della onlus nelle scuole e nelle amministrazioni pubbliche per spiegare l’importanza di adottare il software libero all’interno delle istituzioni.
Tra le seconde, di particolare rilevanza il progetto di migrazione al software libero del Ministero della Difesa, che in 5 anni coinvolgerà oltre 120.000 desktop.
“L’occasione giusta per fare qualcosa di grande“, ha definito il progetto la presidente, “l’occasione per dimostrare che anche la società civile può avere un ruolo importante e dare vita in Italia a un progetto che anche altri Paesi guarderanno con interesse“.
Non c’è niente come il software libero che esalti l’importanza di fare squadra.
“In ogni istante di questi 2 anni abbiamo fatto squadra“, afferma Sonia Montegiove. “Ci siamo uniti quando c’è stato bisogno, ci siamo divisi per essere presenti in ogni evento, in tante scuole e in altrettante Pubbliche Amministrazioni. Abbiamo provato a fare quello che pensavamo potesse servire a LibreItalia per crescere bene: se ci siamo riusciti finora lo dobbiamo all’impegno di tanti“.
E per farsi coraggio reciprocamente i volontari hanno inventato anche un motto in puro slang perugino (il progetto di migrazione della Regione Umbria è punto di riferimento a livello internazionale): #daje e #dajeforte, o anche #nsedorme.
Quindi, volendo complimentarsi con il nuovo consiglio direttivo niente banali “auguri” o “congratulazioni”, ma casomai un bel #dajeforte. Come se ce ne fosse bisogno…