AGENDA DIGITALE: IL DECRETO VARATO DAL GOVERNO LA FA TROPPO FACILE?

Allineare il Paese agli standard europeinella realizzazione della banda larga e ultra-larga: è quanto si propone il decreto “Semplifica Italia” varato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri. (http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/semplifica_italia/semplifica_italia.pdf).
Prendendo atto che quasi 5,6 milioni di italiani si trovano in condizione di “divario digitale” e che più di 3000 centri abitati soffrono un deficit infrastrutturale che rende più complessa la vita dei cittadini, il governo ha dato il via all’agenda digitale con l’intenzione di superare questi limiti.
Sarà la volta buona? Quanti soldi ci vorranno per portare il nostro Paese ai livelli europei? E dove li troverà il governo Monti?
Nel decreto si dice che verrà creata una “cabina di regia” (termine ormai molto in voga), composta da Governo, Regioni, Enti Locali, Authority. Non sarà difficile mettere d’accordo tutti questi attori?
Mi rendo conto che forse sto formulando troppe domande, ma la sensazione è che il decreto sulle semplificazioni semplifichi un po’ troppo le cose (permettetemi il gioco di parole!).
Molto atteso e sicuramente utile il provvedimento sugli opendata e sul cloud, ovvero sulla condivisione e l’accesso dei/ai dati in possesso delle diverse istituzioni pubbliche.
Ma la vera novità sono le smart communities, ovvero la creazione di spazi virtuali in cui i cittadini possono interagire con le pubbliche amministrazioni per fornire suggerimenti.
Sembra che questo provvedimento abbia già trovato una prima applicazione con la decisione di far scadere i documenti di identità nel giorno dell’anniversario dei titolari, idea scaturita dall’indicazione di un cittadino qualunque. Se la cosa prenderà davvero piede, ci troveremo davanti a una mezza rivoluzione, stante la distanza siderale che ha sempre caratterizzato il rapporto tra i cittadini e la pubblica amministrazione.
Sembra anche che il presidente Monti sia subissato da e-mail inviate da signore e signori nessuno, a cui sarebbe intenzionato a rispondere individualmente.
Presidente, stia attento. Se si sparge troppo la voce, rischia che la sua casella postale vada fuori uso per eccesso di messaggi!

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Annamaria Vicini
Annamaria Vicini
Giornalista pubblicista ho collaborato con quotidiani nazionali (L'Unità, Corriere della Sera, Il Giorno) e, dopo essermi trasferita da Milano in Brianza, con testate a carattere locale. Fulminata sulla via del web, sono passata nel 2001 a dirigere un sito Internet e una tivù a circuito chiuso nell'ambito della Grande Distribuzione. Ho realizzato house organ aziendali e mi sono occupata di Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni. Attualmente lavoro come free-lance e sono Digital Champion di Merate (Lc).

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