Il coding e il metodo Coder Dojo.

Immaginate una scuola dove ci si può alzare dal banco, chiedere suggerimenti ai compagni e perfino copiare. Una scuola dove si può sbagliare e non si viene puniti, perché l’importante è imparare e possibilmente farlo insieme.

Siamo a Talent Garden Milano, che in effetti una scuola non è. C’è un grande spazio con tanti tavoli, ogni tavolo ospita circa 6-7 bambini e ragazzi tra i 7 e i 17 anni, assistiti da mentor adulti. Si inizia spiegando le regole, che sono quelle di una scuola un po’ alla rovescia, dove si impara divertendosi e aiutandosi a vicenda. Ogni bambino ha davanti un computer, ma nessuno prova a chattare o a collegarsi in Internet.

I mentor fanno molte domande e loro devono rispondere. In genere c’azzeccano. Per esempio alla domanda “Secondo voi il computer è intelligente?“, una ragazza risponde sicura: “No, siamo noi che dobbiamo dargli delle istruzioni“.

E’ il metodo Coder Dojo, una “palestra” in cui bambini e adolescenti imparano a programmare. Ma l’obiettivo non è quello di trasformarli anzitempo in tanti piccoli sviluppatori di software. Si punta ad allenarli a pensare in modo algoritmico, ovvero a trovare e sviluppare soluzioni a problemi, che è poi quello che serve per imparare ad affrontare una realtà sempre più complessa.

Lo strumento utilizzato è Scratch, un “tool” di programmazione visuale ideato al Mit di Boston, con cui ogni partecipante può arrivare a realizzare un videogioco molto semplice.

I mentor danno indicazioni, ma poi spingono i ragazzi ad aiutarsi, a collaborare tra loro.

La fantasia ha il suo spazio: alla fine della seduta nessuno avrà un videogioco uguale a quello degli altri.

Il coding entra nelle scuole.

Una scuola così è irrealizzabile? Forse no. Perché la cultura del coding, o del learn to doing (imparare facendo), sta diffondendosi sempre più anche nelle nostre aule scolastiche grazie ad alcuni insegnanti illuminati e volenterosi e alla legge sulla Buona Scuola che ha inserito lo sviluppo delle competenze digitali e del pensiero computazionale tra le materie curricolari.

Dal 10 al 18 ottobre saranno molti gli istituti che aderiranno alla Europe Code Week, una settimana in cui organizzare esperienze ed eventi di coding.

L’iniziativa europea, giunta alla terza edizione, vede quest’anno l’Italia nel ruolo di capofila.

Non lasciamoci sfuggire questa occasione e soprattutto facciamo in modo che non resti limitata a una settimana soltanto. Il pensiero logico e la creatività vanno allenati sempre!

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