Si chiama Paolo Fedele, ha 25 anni e vive a Tricarico, paese di poco più di 5.000 anime in provincia di Matera, Basilicata.
Il suo intervento all’assemblea nazionale dei Digital Champions è stato tra i più retwittati.
Perché Paolo è una carica esplosiva di capacità, entusiasmo e voglia di fare. Ma che cosa ha detto nel suo intervento?
“Resto in Basilicata solo perché c’è Internet“. Sottinteso: “Altrimenti me ne andrei di qui, da questo paese che amo ma in cui è così difficile essere capiti e apprezzati”.
“Internet è il mio ossigeno“, ribadisce Paolo nel corso di un’intervista via Skype, “la mia finestra sul mondo, il luogo in cui trovo le informazioni che mi servono, il mezzo con cui condividere con altri le mie idee. Attraverso Internet capisco come le cose funzionano altrove e prendo spunto per migliorare la mia piccola comunità“.
Paolo non sa spiegare a parole perché ama il posto in cui vive. Ma lo spiegano molto bene i fatti. A Tricarico è membro di un numero svariato di associazioni, dall’Avis alla Pro Loco all’associazione culturale Elementi Dinamici. La cultura è il settore in cui si è maggiormente impegnato, anche grazie al lavoro che fa. Con il fratello Giuseppe ha fondato una società di produzione di foto e video in cui si uniscono il sapere tecnologico dell’uno, studente di Informatica, con la vocazione artistica dell’altro. Insieme hanno realizzato un cineforum quando ancora c’erano le “pizze” e ci voleva il patentino per poterle proiettare. Ma, nonostante tutto, vivere in Basilicata per chi sogna il futuro è una fatica da Sisifo, che gronda solitudine e speranza insieme.
“Qui ci sono poche opportunità e chi rimane è visto come un eroe. La nostra regione ha una vocazione agricola, ma non si capisce che con le tecnologie anche l’agricoltura può evolvere. Per non parlare della cultura: i lucani non hanno ancora capito che di cultura si può vivere. Per fortuna ultimamente l’approccio sta un po’ cambiando“.
Dopo un’esperienza deludente all’Università di Bari (“mi aspettavo un’Università proiettata nel futuro, mi sono ritrovato compagni senza neppure il Pc e l’email e professori sconnessi dal mondo reale“), Paolo decide di fondare con il fratello Giuseppe la società Namias. Già il nome è un programma, perché Rodolfo Namias era un inventore chimico che con le sue scoperte ha influito notevolmente sulla nascita e lo sviluppo della fotografia e del cinema.
La Namias produce video (documentari e videoclip musicali), fotografia immersiva e immagini ad altissima risoluzione per la digitalizzazione di opere d’arte.
Il video Dalla Terra alla Luna, realizzato dall’associazione Liberascienza con la collaborazione di Namias e in cui si racconta la Basilicata attraverso le storie di scienziati vissuti nella regione, da Pitagora all’ingegnere capo della missione Apollo 11 Rocco Petrone, è stato apprezzato dalla RAI che di recente ne ha acquistato i diritti per due anni. Una bella soddisfazione, che tuttavia non è bastata a cancellare la tristezza per i rifiuti precedentemente subìti da parte di alcune realtà locali. L’idea, se arriveranno finanziamenti, è quella di creare una web serie con singole puntate ciascuna dedicata a ognuna delle località di cui si parla nel video.
Un altro progetto è Land of Stories promosso dall’istituto Nazionale di Economia Agraria, che affronta il tema dell’agricoltura con focus sull’importante ruolo svolto dalle donne in questo settore: Namias ha contribuito con la produzione delle clip video e del documentario sulle storie in esso coinvolte.
Ma la produzione che forse più di tutte sintetizza meglio le competenze dei due fratelli-soci è la digitalizzazione in gigapixel degli affreschi che si trovano nelle chiese del Carmine e di Santa Chiara con l’aggiunta di audioguide in italiano e in inglese per i turisti, un progetto finanziato dal Comune con fondi europei e regionali.
E ditemi voi se questo non è amore…