AgroTech, prima in classifica, realizza mappe agronomiche.
Sono due ricercatrici universitarie di 33 anni e un agronomo di 35 di Reggio Emilia e Modena i vincitori del bando lanciato nei mesi scorsi da Coopfond nell’ambito del programma nazionale Coopstartup, da Legacoop Agroalimentare Nord Italia e da Innovacoop.
Il loro progetto per la mappatura dello stato di salute dei terreni e delle colture ha sbaragliato una decina di finalisti grazie a un’idea semplice ma capace di migliorare la produzione vitivinicola e orticola riducendo contemporaneamente i costi per i piccoli e medi agricoltori di più del 10%.
Un sensore che può essere montato sul trattore o su qualunque altro supporto terrestre e che consente di acquisire immagini precise sulla vegetazione e sul terreno, molto più efficace per questo tipo di colture rispetto a tecnologie oggi in voga come la ripresa con droni o da satellite perché il fogliame o i teli che coprono i filari possono ostacolare la visione dall’alto ma non quella dal terreno.
L’ agricoltura di precisione, già piuttosto sviluppata per le coltivazioni di tipo estensivo, è invece ancora agli albori nella viticoltura, nella produzione di alberi da frutto e in quelle orticole.
“Stiamo terminando di costruire il prototipo del sensore – racconta Eleonora Bertacchini, autrice del progetto insieme a Cristina Castagnetti e Matteo Storchi – Grazie a Farmability abbiamo potuto testare il prodotto in alcune aziende agricole, estendendo il progetto che inizialmente era previsto solo per la viticoltura e approfondendo alcuni aspetti. Con la nuova stagione pensiamo di fare altri test per migliorarlo ulteriormente“.
Per lei, figlia di un viticoltore e moglie di un coltivatore di alberi da frutto, lavorare per innovare in agricoltura è quasi un destino, sicuramente una passione. Passione condivisa con Cristina (sono entrambe laureate in ingegneria) e Matteo (agronomo), conosciuti in ambito universitario.
Con il loro progetto avevano partecipato in precedenza al percorso formativo Climate Kic, promosso da Aster della Regione Emilia Romagna e finanziato dall’Unione Europea.
“La forma cooperativa ci sembra più adatta alle nostre esigenze – spiega Eleonora – Innanzitutto per il settore in cui operiamo e poi perché è più simile alla nostra idea di impresa. Il percorso fatto con Farmability ci ha permesso di metterci alla prova anche in ambiti diversi dal tecnologico, per esempio quello commerciale. Molto utile poi è stato il contatto con aziende del settore già avviate “.
Il mercato di AgroTech è potenzialmente alto: basti pensare che il 70% del cibo che consumiamo globalmente è prodotto da piccoli agricoltori.
Produzione di zafferano e piattaforma per prodotti bio al 2 e 3 posto.
Il secondo e il terzo posto sono stati assegnati rispettivamente a OperaIO e a Friul.Bio, con due progetti molto diversi tra loro: OperaIo è una startup cooperativa a carattere sociale che produce erbe officinali e zafferano nelle case circondariali, mentre Friul.Bio è un progetto per la filiera distributiva del biologico in Friuli Venezia Giulia basato su una logistica “leggera” e un sistema avanzato di promozione del prodotto biologico locale.
I gruppi finalisti di Farmability sono stati incubati con un programma di formazione e laboratori per la costituzione d’impresa, coaching individuale, networking, consulenza specialistica e di accompagnamento .
Le aziende associate a Legacoop Agroalimentare Nord Italia sono 358, con 82.000 soci, 14.000 addetti e un fatturato di oltre 6 miliardi di euro.