Wired Next Fest: il j’accuse di Morozov al festival degli smanettoni

All’Wired Next Fest scrittori e artisti critici sulle tecnologie.

Quello che non ti aspetti è che in un festival per smanettoni qualcuno parli di problemi e criticità derivanti dall’uso delle tecnologie.
E invece il Wired Next Fest, che ha invaso per tre giorni i giardini di Porta Venezia a Milano con gente, colori e allegria, è stato attraversato anche da questo “filo rosso”.

Hanno iniziato giovedì Bruce Sterling (autore di fantascienza) e Boosta (ovvero Davide Dileo musicista dei Subsonica, oltre che scrittore e conduttore televisivo) e ha continuato venerdì Evgenij Morozov (sociologo e giornalista).
Sarà un caso se due su tre sono stranieri?

Sterling: “Non si riesce più a concentrarsi su una cosa sola perché si è ossessionati dalla performance. Quando scrivo un romanzo continuo a chiedermi: sarà abbastanza virale? Blog, twitter, sound cloud… sono tutti mezzi per raggiungere la viralità. Ma se mettessimo tutti questi prodotti in una scatola e li tirassimo fuori tra qualche anno che valore avrebbero? Fare arte è diverso, scrivere un libro è diverso, perché ti obbliga a contestualizzare quello che dici“.

Boosta: “Non sono contro la tecnologia, ma è diventata come una febbre. Prima chi voleva ascoltarti ti veniva a cercare. Doveva fare la fatica di capire dove era il concerto, acquistare il biglietto, fare la strada per arrivare. Oggi tutto si consuma rapidamente. Io voglio fare il mio lavoro di musicista, non posso passare il mio tempo a postare su Facebook o su Twitter solo per aumentare il numero dei follower! Si sta perdendo l’artigianalità del lavoro musicale“.

Morozov: “Le tecnologie ci trattano come bambini o robot”

 Molto appassionato nell’esporre le sue idee il bielorusso Morozov, il cui intervento è stato seguito da un pubblico numeroso e attento.

La velocità della tecnologia fa sì che non ci poniamo più delle domande: per esempio grazie alle tecnologie possiamo catturare e imprigionare molte più persone ma non ci chiediamo se il sistema carcerario così com’è sia giusto o meno… Un altro aspetto problematico è che le tecnologie tendono a deresponsabilizzarci: in Germania per esempio hanno inventato un bidone per i rifiuti in cui è incorporato un dispositivo che scatta una foto ogni qualvolta si getta qualcosa. Così chi butta i rifiuti sa che potrebbe venir smascherato qualora commettesse qualche errore: ma non sarebbe meglio educare i cittadini? Un’altra tendenza  oggi in voga è la cosiddetta gamification, cioé il fare di tutto un gioco. Per esempio puoi guadagnare punti facendo determinate cose, ma in questo modo tu le farai perché spinto da altri, non perché ritieni sia giusto farle. In conclusione siamo trattati come bambini o come robot. Io penso che non dobbiamo difendere Internet sempre e a tutti i costi, dobbiamo ripensare la nostra infatuazione per la Rete e cercare semmai di usare le tecnologie per difendere i diritti umani“.
Posizioni, soprattutto quella di Morozov, decisamente radicali. Si può essere più o meno d’accordo, ma è indubbio che facciano riflettere.

Annamaria Vicini
Annamaria Vicini
Giornalista pubblicista ho collaborato con quotidiani nazionali (L'Unità, Corriere della Sera, Il Giorno) e, dopo essermi trasferita da Milano in Brianza, con testate a carattere locale. Fulminata sulla via del web, sono passata nel 2001 a dirigere un sito Internet e una tivù a circuito chiuso nell'ambito della Grande Distribuzione. Ho realizzato house organ aziendali e mi sono occupata di Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni. Attualmente lavoro come free-lance e sono Digital Champion di Merate (Lc).

1 Comment

  1. Luigi Bertuzzi ha detto:

    L’integrazione tra commenti fatti via G+ e via Blogger non funziona ancora bene … e comunque non aiuta a passare dal commentare [questo e quello] al dialogare su qualcosa di preciso.

    Il mio commento a questo post nasce dal post precedente e lo pubblico via G+ … in attesa di poter far meglio.

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