Alessandra Poggiani (Agid): la solitudine dei numeri primi

Alessandra Poggiani

Alessandra Poggiani si è dimessa dalla direzione dell’Agid.

Otto mesi fa la Rete si era mobilitata per lei. Quando era cominciato a circolare il suo nome come “papabile” alla nomina di responsabile per l’Agenzia dell’Italia digitale era stato un fiorire di tweet che invocavano @la_pippi.

Dopo soli otto mesi Alessandra Poggiani, amministratrice delegata di Venis, azienda di servizi Ict del Comune di Venezia, lascia l’incarico pubblico e di nuovo il popolo del web si scatena.

Ma questa volta invece degli incoraggiamenti fioccano le polemiche.

Che cosa è successo?

Perché Alessandra Poggiani ha presentato le dimissioni?

Secondo Wired la Poggiani non si sarebbe sentita sostenuta nel suo lavoro. A parte alcuni pochi sodali, la dirigente avrebbe sentito intorno a sé il vuoto.

Ma le accuse lanciate, sempre secondo Wired, sono anche altre e molto pesanti: l’Agid sarebbe molto fumo e poco arrosto e il lavoro sarebbe frenato da invidie, liti e beghe di cortile.

In coincidenza con quella delle dimissioni è arrivata la notizia che l’ex direttrice dell’Agenzia sta per candidarsi in Veneto con Alessandra Moretti. Inevitabile il dispiegarsi delle polemiche, in un paese come il nostro dove tutto viene sempre buttato in politica.

Dopo la pubblicazione dell’intervista è arrivata da parte della stessa Poggiani una parziale smentita su Facebook:

L’intervista che mi è stata attribuita oggi da Massimo Russo di Wired non corrisponde ai contenuti della breve chiacchierata intercorsa durante una iniziativa pubblica nella quale ci trovavamo entrambi. La mia decisione di tornare a Venezia per contribuire alla campagna di Alessandra Moretti è esclusivamente personale e la mia esperienza in AgID oltre a essere stata appassionante ha sempre trovato riscontro e sostegno nelle politiche di Governo, con i cui componenti peraltro la mia scelta di impegnarmi sul territorio è stata condivisa. Ancora di più la condivisione c’è stata con tutta la squadra che lavora sui temi dell’innovazione, tutti i colleghi di AgID, Paolo BarberisRiccardo LunaStefano QuintarelliPaolo Coppola che non smetterò mai di ringraziare.”

Per Flavia Marzano, presidente di Stati generali dell’Innovazione, “le dimissioni di Alessandra non sono state un fulmine a ciel sereno per chi ha seguito da vicino l’evoluzione dell’Agid e il “sentiment” che la rete ha espresso negli ultimi mesi. La situazione, a mio avviso, non solo era complessa (e alla complessità una manager come Alessandra è abituata) ma piena di lacci e lacciuoli da cui solo con un gioco di squadra di tutti gli attori si sarebbe potuti uscire. E il gioco di squadra, si sa, in questo paese non sono in tanti a saperlo e volerlo fare.”

Quello che colpisce e che amareggia chi si occupa a vario titolo di temi legati all’innovazione è che come al solito si parli di polemiche e non di contenuti.

Quanti in Italia sanno che cos’è l’Agenda Digitale?

Quanti sentendola nominare non sbuffano infastiditi senza nemmeno sapere di che cosa si tratti?

Sto parlando di cittadini comuni, non di addetti ai lavori, ovviamente. Ma un paese può crescere se un patrimonio indispensabile per il cambiamento e l’innovazione resta chiuso tra quattro mura e non diventa conoscenza comune e diffusa?

E che ne sarà ora del piano del governo per la banda ultralarga, emanato solo qualche settimana fa, e che cerca di affrontare un problema la cui soluzione non è più rinviabile?

Per Flavia Marzano l’importante è lavorare bene, prendendosi il tempo necessario: “Un altro elemento che mi è sembrato di percepire è la fretta di fare a qualunque costo ma fare. Sappiamo che l’Italia è indietro su tanti, troppi parametri, anche se quindi avremmo fretta di recuperare possiamo (dobbiamo) prenderci il tempo per lavorare bene”.

Chi andrà ora alla guida dell’Agid? Il toto-nomine non è ancora partito, complice forse il clima pre-pasquale.

La presidente Marzano si augura che “il prossimo comitato di indirizzo dell’Agid preveda qualche donna in più (adesso non ce ne sono), non per quote di genere ma perché le differenze sono alla base di qualunque ecosistema che davvero funzioni”.

Aggiungo i miei auspici ai suoi ma con una nota di pessimismo: se “fare squadra” è elemento indispensabile per innovare, lo spettacolo che quotidianamente ci offre la politica va in tutt’altra direzione. Ovviamente spero di essere smentita.

Annamaria Vicini
Annamaria Vicini
Giornalista pubblicista ho collaborato con quotidiani nazionali (L'Unità, Corriere della Sera, Il Giorno) e, dopo essermi trasferita da Milano in Brianza, con testate a carattere locale. Fulminata sulla via del web, sono passata nel 2001 a dirigere un sito Internet e una tivù a circuito chiuso nell'ambito della Grande Distribuzione. Ho realizzato house organ aziendali e mi sono occupata di Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni. Attualmente lavoro come free-lance e sono Digital Champion di Merate (Lc).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.