Yoani Sanchez: “Il blog, unico modo per farmi ascoltare”

La blogger cubana contestata durante il tour italiano.

Ha la forza tranquilla di chi è abituato a vederne di tutti i colori… Figuriamoci se le fanno effetto le contestazioni di qualche rifondarolo mimetizzato dietro a una nuvola di bandiere rosse!
Un po’ di più la turba la veemenza con cui una sua compatriota, oltretutto sua omonima, la accusa di essere una voce isolata contro decine e decine di cubani devoti al regime di Castro, ma riesce comunque a mantenere la calma senza mai perdere la fermezza.

Ecco sì, ascoltando la blogger e dissidente cubana Yoani Sanchez viene spontaneo pensare a quello che raccomandava quell’icona mai impallidita del Che di essere “forti, ma senza perdere la tenerezza”.
Le contestazioni l’hanno seguita nel suo tour italiano: Perugia, Torino e oggi anche Monza, in Brianza.
La sala del “Manzoni” è piena solo a metà per questo appuntamento organizzato dal settimanale locale “Il Cittadino”.

Molti i latinoamericani presenti tra il pubblico, tra cui un nutrito gruppo di cubani in esilio.

Yoani parla, intervistata da Gordiano Lupi, traduttore ufficiale del suo blog, Generacion Y (http://www.lastampa.it/Blogs/generacion-y), ospitato sul sito del quotidiano torinese La Stampa.

Cuba è il paese con il più basso numero di accessi Internet – dice la blogger, inserita da Time tra le cento personalità più influenti al mondo – Il governo sostiene che a essere connesso è il 20%, ma si tratta di una cifra gonfiata: in realtà è solo il 3% a collegarsi, se non si considerano gli accessi alle Intranet controllate dal regime“.

E se vi sembra strano che in un paese così una donna di 37 anni decida di aprire un blog per fare opposizione, lei risponde che “era l’unica possibilità che avevo di farmi ascoltare, perché né la Tv né i giornali  avrebbero mai dato spazio alle mie opinioni“.

Monza: la blogger cubana Yoani Sanchez (seconda da sinistra)  durante l’incontro al teatro Manzoni

Solo 123 cubani su 11 milioni usano Twitter.

Per portare avanti le sue battaglie Yoani utilizza anche i social network, in particolare Twitter.

Su oltre 11 milioni di cubani solo 123 lo usano – afferma la blogger – Però è importante, perché in questo modo le notizie vengono riprese dalla stampa internazionale e da questa rimbalzano di nuovo nell’isola attraverso le telefonate o gli sms degli esuli. Così la stampa ufficiale è costretta a parlare di cose di cui altrimenti avrebbe taciuto“.
Per l’icona dell’anticastrismo non tutto è negativo a Cuba, “ci sono luci e ombre. La scuola e la sanità sono gratuite, ma questo impedisce che si possano avanzare critiche. La gente è alfabetizzata, ma non può scegliere che cosa leggere“.
A chi le chiede quando Cuba riuscirà a liberarsi da un regime che la domina da oltre cinquant’anni, risponde ironicamente di non essere Nostradamus. Ma ci sono due dati di fatto che fanno ben sperare chi come lei ne auspica la fine: la società civile, che è molto cresciuta in consapevolezza negli ultimi anni, e il venir meno degli aiuti venezuelani dopo la morte di Chavez.

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Annamaria Vicini
Annamaria Vicini
Giornalista pubblicista ho collaborato con quotidiani nazionali (L'Unità, Corriere della Sera, Il Giorno) e, dopo essermi trasferita da Milano in Brianza, con testate a carattere locale. Fulminata sulla via del web, sono passata nel 2001 a dirigere un sito Internet e una tivù a circuito chiuso nell'ambito della Grande Distribuzione. Ho realizzato house organ aziendali e mi sono occupata di Ufficio Stampa e Pubbliche Relazioni. Attualmente lavoro come free-lance e sono Digital Champion di Merate (Lc).

2 Comments

  1. Gordiano Lupi ha detto:

    Per come sono finite le cose e per quel che ho capito di questa storia, mi vergogno un po’ – a posteriori – di essere salito su quel palco, accanto a una mistificatrice.

  2. Annamaria Vicini ha detto:

    Io non ho più seguito la vicenda: come mai questo pentimento? Che cosa è successo che le ha fatto cambiare idea?

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